La disabilità intellettiva
Con il termine Disabilità intellettiva ci si riferisce ad una condizione eterogenea, con esordio nel periodo dello sviluppo, caratterizzata da deficit del funzionamento intellettivo ed adattivo al di sotto della norma, quest’ultimo evidente negli ambiti concettuale-didattico, sociale e pratico. l’esordio è precoce e si esprime in modi differenti nell’arco del ciclo di vita della persona. Le manifestazioni della disabilità intellettiva variano in base al livello di gravità del disturbo, all’età e alla possibilità di intraprendere interventi adeguati.
- Cause genetiche: anomalie cromosomiche, altri disordini genetici ereditari ed errori congeniti del metabolismo;
- Cause acquisite: pre-natali (infezioni da rosolia, cytomegalovirus, toxoplasma, HIV, malformazioni congenite del sistema nervoso centrale, malnutrizione materna, tossicità in gravidanza da uso di tabacco, alcool, farmaci e droghe), peri-natali (traumi o asfissia, ad esempio per grave prematurità), post-natali (traumi, incidenti vascolari, infezioni o tumori);
- Fattori psicosociali: deprivazione sociale, ridotta stimolazione socio-affettiva ed altre cause.
In un bambino che presenta una disabilità intellettiva deve intraprendere una serie di interventi spesso molto diversi tra loro, ciascuno dei quali risponde a specifici obiettivi, con la finalità di garantire l’adattamento al soggetto e al contesto sociale. Il bambino dopo aver effettuato una diagnosi neuropsichiatrica del quoziente intellettivo e non solo, può accedere a diversi trattamenti riabilitativi fondamentali per la realizzazione di competenze di carattere motorio, prassico, comunicativo-linguistico, affettivo-relazionale…
Di fondamentale importanza risulta essere la terapia logopedica, un trattamento riabilitativo che si rivolge all’organizzazione e alla riorganizzazione delle funzioni linguistiche abitualmente compromesse nel bambino con disabilità cognitiva. La stimolazione linguistica avverrà in tutte le sue sfaccettature a seconda delle esigenze specifiche del bambino.
Sindromi genetiche
Le malattie genetiche sono causate da una o più anomalie del genotipo, quali mutazioni dei geni o alterazioni dei cromosomi. Molte sindromi quali sindrome di Down, Williams, Prader Willy, Turner etc hanno associate una disabilità intellettiva di grado lieve, medio o severo e un disturbo del linguaggio dove il linguaggio può risultare essere più o meno compromesso.
E’ fondamentale sapere che al di là degli aspetti genetici, gli aspetti relativi all’ambiente familiare, scolastico e alla qualità degli interventi riabilitativi, sembrano avere una incidenza molto alta e significativa nella promozione dello sviluppo psicomotorio e linguistico. Per tale motivo è fondamentale l’intervento precoce!
ADHD (disturbo da deficit di attenzione e iperattività)
L’ADHD Disturbo attenzione – iperattività è un disturbo evolutivo comportamentale caratterizzato da una serie di difficoltà legate alla disattenzione e/o all’iperattività e all’impulsività. I bambini con Disturbo da deficit attenzione – iperattività non sono in grado di regolare o pianificare correttamente certi comportamenti in funzione del trascorrere del tempo, degli obiettivi da raggiungere e delle richieste dell’ambiente.
È importante sottolineare che l’ADHD Disturbo attenzione – iperattività non è il risultato di una disciplina educativa controproducente né, tanto meno, un problema dovuto alla “maleducazione” del soggetto; realmente questi bambini non riescono ad auto-controllare e inibire il proprio comportamento.
Oltre alle importanti difficoltà comportamentali, attentive e socioemotive, nei bambini con deficit dell’attenzione si evidenziano spesso difficoltà di linguaggio, lettura, ortografia, calcolo e di problemi dell’ elaborazione delle informazioni visive e uditive.
Più del 60% dei bambini con ADHD difatti presenta difficoltà nelle fasi iniziali di produzione del linguaggio, come problemi di articolazione, balbettio, costruzione di frasi semplici (uso improprio della sintassi e della grammatica, dei sostantivi, dei verbi, degli aggettivi…) ed errori nel posizionamento di lettere in una parola, o di parole in una frase (per esempio: “psighetti” invece di “spaghetti” o “Io palla prendo” invece di “Io prendo la palla”). La comprensione del linguaggio avviene in modo corretto, ma la capacità di espressione non è ottimale. Difficoltà nella produzione del discorso sono tipiche di bambini in età prescolare, mentre difficoltà di apprendimento e dell’organizzazione del pensiero sono tipiche dell’età scolare.
Importante è considerare che la diagnosi dell’ADHD Disturbo attenzione – iperattività è una diagnosi prevalentemente clinica e assai delicata, per questo è bene che venga fatta da psicologi esperti.
L’approccio terapeutico dovrà essere necessariamente integrato e multimodale: non solo dovrà infatti coinvolgere tanto i genitori quanto gli insegnanti del soggetto per contrastare e contenere le difficoltà innescate dal disturbo stesso ma l’intervento dovrà essere allo stesso modo multidisciplinare a seconda delle specifiche difficoltà di ogni bambino. Tra le varie figure professionali, di fondamentale importanza avrà il ruolo la logopedista che andrà ad incrementare i tempi attentivi e a lavorare in maniera specifica su ogni aspetto deficitario dell’ area comunicativo-linguistica.